Appello: Le nostre vite e il nostro territorio valgono più di qualunque profitto

Appello ai cittadin* e alle associazioni 

Le nostre vite e il nostro territorio valgono più di qualunque profitto

Grandi opere e dighe non sono le soluzioni per contrastare la siccità e gli eventi alluvionali


La crisi climatica è ormai un dato di fatto e la comunità scientifica è unanime nell’indicare le attività umane quali responsabili dell’aumento dei gas serra immessi nell’atmosfera. Questi cambiamenti rendono sempre più frequenti fenomeni di inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico,  e crisi idriche, che mettono a rischio la vita. I dati forniti dai climatologi lasciano pochi dubbi sul fatto che gli sconvolgimenti ambientali causati dall'incremento della temperatura renderanno nel prossimo futuro l'acqua potabile un bene a disponibilità limitata.

La siccità non è una situazione contingente, ma una crisi sistemica che esige un ripensamento del modo di concepire la gestione del servizio idrico, ripartendo dalla realizzazione di nuove reti, che  ad oggi registrano il 42% di perdite (Report Istat 2023), e dall’idea dell’acqua bene comune, incompatibile con le regole del mercato che ci hanno portato al disastro attuale (Documento 2023 Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua su contrasto alla siccità e ai cambiamenti climatici).

 A 60 anni dalla tragedia del Vajont e dalla lotta popolare che fece tramontare la costruzione della diga in valle Argentina, si torna a progettare un invaso di grandi dimensioni, in un territorio sismico ad elevato rischio idrogeologico, con un provvedimento che, a dispetto dell’annunciata innovazione che accompagna il Pnrr, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha semplicemente riesumato tal quale dal cassetto. Nonostante che la Liguria continui ad essere la maglia nera per rischio frane e abusi edilizi con 6 edifici su 100 irregolari e il 55% della popolazione che vive in zone pericolose (Rapporto ISPRA 2022 - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

 Contro questo progetto si sono mobilitati comitati e associazioni locali che insieme hanno promosso l’iniziativa “L’acqua è vita. Come contrastare la siccità?” lo scorso 26 ottobre, per un confronto con esperti, cittadin* e molte realtà della Valle Argentina e non solo, che hanno condiviso i seguenti aspetti:

1) Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano come la costruzione di dighe e di centrali idroelettriche, in termini di costi e benefici, siano meno competitivi e producano più rischi ambientali, non siano in grado di dare risposte alle crisi idriche e possano rendersi controproducenti per il raggiungimento degli obiettivi climatici (Rapporto WWF 2022).

Ulteriori rilasci di CO2 e di altri gas climalteranti si scontrano con gli obiettivi condivisi di riduzione delle emissioni entro il 2030. Bisogna arrestare il consumo di suolo, che ha reso distese di terreno impermeabili e rinaturalizzare gli alvei, per rallentare il deflusso dell’acqua e permetterle di ricaricare le falde (Campagna Fridays For Future).

2) Il nostro fragile territorio è costituito geologicamente da rocce di sedimentazione marina, con stratificazioni spesso in posizione sfavorevole, soggette ad una mobilità continua nel tempo e sottoposte a intensa erosione dagli agenti atmosferici. E’ essenziale salvaguardare e implementare i prelievi potabili ed irrigui, che nel territorio imperiese derivano per l’83% da pozzi, per il 14% da sorgenti e per il 3% da prese superficiali. Per utilizzare le risorse idriche disponibili e prevenire il rischio idrogeologico, soluzioni percorribili sono, ad esempio, l'aumento delle captazioni dalle sorgenti ad oggi inutilizzate e il ricorso ai pozzi drenanti, che consentono il prelievo dalle falde acquifere nelle aree franose, ottenendo anche di contrastare il movimento della frana. E ancora, occorre provvedere al recupero delle acque reflue depurate e di quelle piovane, in primo luogo in ambito irriguo, cercando di non sottrarre l’acqua ai torrenti e alla ricarica delle falde (Geologo Raffaello Anfossi)

3) E’ in arrivo dall’Europa un bastimento carico di miliardi del Pnrr, ma non sono regali. Si tratta in parte di sovvenzioni e in parte di prestiti, entrambi gravati da centinaia di condizionalità che ricadono anche sui Comuni e sulle comunità territoriali. Tra gli interventi del Decreto Siccità si prevedono investimenti nelle grandi dighe, con il sospetto inquietante che si tratti più di aiuti alle aziende interessate al “capitale naturale” e alla costruzione delle grandi opere che non a intervenire efficacemente sui problemi dei territori. D’altronde l’attuale modello economico “continua a cercare di salvare il clima nella misura in cui questo non costi niente, o non troppo, e nella misura in cui questo consenta alle imprese di ricavare profitti”, nel continuo tentativo di estrarre valore finanziario anche dalla società, dalla cultura, dalla natura e dalla vita (Marco Bersani, Attac Italia).


I giovani sono in piazza per il clima e il futuro, il popolo dell’acqua per opporsi alla privatizzazione   di Rivieracqua, la comunità di Badalucco per contrastare qualsiasi tipo di invaso sul torrente Argentina. Uniamo le forze, difendiamo tutte e tutti insieme il nostro territorio e torniamo a prendere in mano le nostre vite, perché l’acqua è vita.

Le prime adesioni:

Acli Sanremo

Attac Imperia

Casa Balestra

Ci Siamo in difesa dei beni comuni (https://cisiamo9.blogspot.com/)

CI-CA -Collettivo Italia-Centro America

CimAP - Coordinamento imperiese Acqua Pubblica

Cittadinanzattiva Imperia

Club per l’Unesco di Sanremo ODV

Fridays For Future Ventimiglia

Italia Nostra Ponente Ligure

Ortinsieme

Popoli in Arte ODV

Società della Cura

Teatro dell’Attrito

USB Imperia

XXV Aprile Intemelia

Anpi Arma-Taggia

"Csa La Talpa e l'orologio"

Arci Imperia

Non Una Di Meno Ponente Ligure

A.i.fo. Imperia