Attac Imperia è tra le realtà promotrici della
manifestazione regionale il prossimo 11 maggio a Genova, organizzata da reti e
comitati che si oppongono a progetti calati dall’alto e che non corrispondono
ai fabbisogni delle comunità.
Una rete magmatica di persone e
associazioni per le quali vite e territori valgono più del profitto, una
lotta trasversale, senza etichette, che riguarda tutte e tutti perché rivendica
il diritto all’esistenza.
Con l’arrivo dall’Europa dei fondi del Pnrr
vengono riesumati progetti o trovano accelerazioni la realizzazione di opere
accantonate nel cassetto, molto spesso con il sospetto inquietante,
fra l’altro, che si tratti più di aiuti alle aziende interessate al “capitale naturale” o alla
messa a profitto di un servizio, che non ad interventi efficaci per i problemi
dei territori.
Ad Imperia si torna a progettare una grande
diga in Valle Argentina, in un territorio sismico ad elevato rischio
idrogeologico, nonostante che il progetto venne abbandonato negli anni ‘60 per
la sua dimostrata effettiva pericolosità, nonché per l’estrema opposizione
delle popolazioni della valle. Tutto ciò sebbene che la Liguria continui ad essere la maglia nera per rischio frane e
abusi edilizi con 6 edifici su 100 irregolari e il 55% della popolazione che
vive in zone pericolose (Rapporto ISPRA 2022 - Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Così
come avanzano le procedure di realizzazione di un Ospedale unico per la
provincia, dopo la privatizzazione della struttura di Bordighera, con una netta
riduzione dei posti letto e delle specialità, a fronte di un
fabbisogno già oggi sotto stimato. In un territorio estremamente complesso, costretto tra mare
e monti, con un entroterra profondo e privo di adeguate comunicazioni, dove i
lunghi tempi di percorrenza possono determinare un aumento del rischio clinico.
Ma la visione aziendalista e privatistica di Toti incede avanti tutta, con la
regione Liguria che spende 115 milioni in meno nella sanità destinandoli
altrove e assegna un costo del ticket pro capite di 43 euro contro una media
nazionale di 38 (dati della Corte dei Conti).
E ancora, con il commissariamento della regione dell’Ambito
Territoriale Ottimale, l’organo di governo del servizio idrico imperiese, sono
state avviate scelte per l’effetto di deleghe straordinarie, che stanno
condannando il futuro dell’acqua pubblica. Una decisione che tradisce l’esito
del Referendum 2011 e che impone alla società Rivieracqua di rimettere in
discussione l’affidamento pubblico del servizio idrico, a favore di un socio
privato.
Tutto ciò mentre Toti si
affretta a sostenere l’entrata in vigore dell’autonomia differenziata, una
riforma dannosa, che aggiungerà all’aumento delle disuguaglianze sociali,
economiche e di genere anche le disuguaglianze fra territori. In un Paese
sempre più frammentato ed esasperato da una competizione fra i tanti Sud, non
solo geografici, dello stivale.
I giovani sono in piazza per il clima e il futuro, i comitati per le opere inutili e dannose, i movimenti sociali per un’alternativa di società. Uniamo le forze, difendiamo tutte e tutti insieme il nostro territorio e torniamo a prendere in mano le nostre vite.
Attac Imperia